Investire in fondi, costanza e diversificazione premiano

In Italia è boom dei Piani Individuali di Risparmio: dopo 5 anni nessuna tassa sul reddito

investire in fondi

foto da ilsole24ore.com

Negli ultimi cinque anni, a livello mondiale, la differenza tra rendimenti totali dei fondi e rendimenti effettivi degli investitori ha oscillato da -1,40% a +0,53% per anno. Inoltre, gli investitori hanno guadagnato di più puntando su programmi di risparmio sistematici e fondi low cost.

È quanto ha evidenziato una recente ricerca che ha analizzato i dati sulla permanenza media di un risparmiatore in un fondo e le ricadute che il suo comportamento ha sul rendimento finale ed effettivo. Tenere un pacchetto per tutto il suo ciclo, nonostante alti e bassi, conviene di più rispetto alla logica del “mordi e fuggi”, cioè vendere quote o interrompere l’investimento ai primi risultati negativi.

La performance complessiva di un investimento, infatti, non corrisponde sempre a quella utile per il risparmiatore. Per quantificare l’effettivo rendimento percepito dall’investitore bisogna considerare gli effetti degli acquisti e delle vendite, oltre agli incrementi di patrimonio del fondo stesso. L’”investor return” riflette il modo in cui i risparmiatori gestiscono i tempi di entrata e di uscita da un investimento.

La ricerca ha preso in considerazione i fondi comuni aperti di Regno Unito, Lussemburgo, Stati Uniti, Australia, Hong Kong e altri paesi asiatici, oltre all’impatto di quattro differenti fattori: costi, rischio, standard deviation e mandato di gestione. Piani di risparmio e fondi a basso costo hanno realizzato “investor return” migliori ovunque.

In Gran Bretagna, coloro che hanno investito in fondi diversificati hanno ottenuto migliori risultati. Gli investimenti con il gap minore tra performance dell’investimento e rendimento percepito sono stati i bilanciati statunitensi (0,05%), i “superannuation” australiani (0,53%) e le obbligazioni sudafricane (0,47%), strumenti che prevedono un contributo automatico e opzioni di pagamento che tracciano i risparmiatori e “prevengono” movimenti sbagliati sul mercato.

Dati interessanti anche alla luce del successo che i Piani Individuali di Risparmio (PIR) stanno riscuotendo in Italia a pochi mesi dal debutto. La logica dei Pir di CNP Partners – che al vantaggio fiscale uniscono anche i vantaggi propri dei prodotti assicurativi multiramo – va nella stessa direzione: offrire soluzioni di investimento attraverso la gestione separata e OICR Pir conformi, gestiti da alcune delle migliori SGR italiane.

Il vantaggio fiscale è legato a un arco temporale minimo di detenzione dell’investimento: se si mantiene la polizza PIR almeno 5 anni non c’è tassazione sui guadagni.

Una tipologia di investimento che mira a rilanciare l’economia reale del paese (parte del capitale investito deve essere infatti “dirottato” sulle piccole e medie imprese nostrane) creando un effetto a catena positivo per l’intero comparto del risparmio nazionale.

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