La Consob, l’autorità che controlla i mercati finanziari in Italia, ha di recente pubblicato un comunicato rivolto ai risparmiatori impegnati nel trading online e riguardante principalmente i CFD e le opzioni binarie.
L’obiettivo principale della pubblicazione è molto semplice: fare in modo che gli investitori siano perfettamente a conoscenza di tutti gli aspetti legati al funzionamento del trading in Rete e ai rischi nei quali potrebbero incappare.
Dopo aver spiegato cosa sono nel dettaglio le opzioni binarie e gli altri strumenti finanziari usati per muoversi nel trading, la Consob, proprio per evitare che le persone senza alcuna conoscenza del mondo degli investimenti si avvicino in modo irresponsabile a tale pratica, è arrivata a dichiarare nel suo comunicato che le forme di investimento in CFD, rolling spot forex e opzioni binarie “non sono adatte alla maggior parte degli investitori”.
Facciamo però chiarezza: l’ente di tutela non ha voluto in questo modo consigliare di girare alla larga dalle opzioni binarie, quanto piuttosto ricordare di affrontare una simile attività solo se la si conosce pienamente, come consigliato anche su http://www.opzionibinarie.me/ dove consigliano i neofiti a non usare questa tipologia di investimento.
L’intento è stato quello di puntare il dito contro tutti quei soggetti che promuovono l’attività di trading tramite pratiche di marketing troppo aggressive. Sono sempre di più gli italiani tormentati da call center esteri che invitano ad investire con opzioni binarie, promettendo bonus e non fornendo le giuste informazioni che ogni utente dovrebbe avere prima di investire.
La Consob condanna apertamente questa pratica, che porta il risparmiatore a investire “senza una reale e preventiva comprensione e valutazione dell’effettiva portata dei rischi ad essi connessi” fino a “perdere tutto o gran parte di quanto hanno investito”. Alcuni broker, si legge ancora nel comunicato della Consob:
sono per lo più imprese di investimento o banche comunitarie che operano in Italia in libera prestazione di servizi (cioè direttamente dal Paese in cui hanno la sede legale e sulla base dell’autorizzazione concessa dall’Autorità di vigilanza del loro Paese di origine), ovvero comunitarie o extracomunitarie che operano attraverso una sede secondaria stabilita sul territorio nazionale (succursale).
La Consob si trova costretta quindi a specificare di avere solo dei limitati poteri diretti di vigilanza e/o di intervento su questi broker comunitari, così come stabilito dalla normativa della comunità europea.
L’autorità italiana ha potere solo sulla succursale dell’intermediario e sulle attività in territorio italiano. Ma tutte quelle società che non hanno una succursale italiana “rimangono direttamente vigilate dalla sola Autorità del Paese di origine, anche per i comportamenti non corretti posti in essere nei confronti della clientela italiana”.
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