Borse europee chiudono settimana in deciso rialzo

Le principali borse europee hanno chiuso la settimana in rialzo: il FTSE 100 londinese guadagna lo 0,05% a 7.547,63 punti, ma le prestazioni di maggiore rilievo sono quelle parigine, con il Cac 40 in rialzo dello 0,47% a 5.343,41 punti, e soprattutto del tedesco Dax, che cresce dell’1,25% a 12.822 punti. Più incerto il trend milanese, con il FTSE MIB che chiude di poco sotto la parità, – 0,04% a 20.928 punti.

Per quanto riguarda i mercati non azionari, rileviamo che sul Forex l’euro mantiene le proprie posizioni contro il dollaro su quota 1,1219 dollari, ma guadagna qualche pip sullo yen, a 125,21. Sul fronte obbligazionario, lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi a 10 anni ha chiuso in rialzo a 199 punti, con il rendimento del titolo di Stato tricolore che sul mercato secondario ha superato quota 2,21%.

borse europee in rialzoUlteriormente, sulle commodities rileviamo che il petrolio è in calo di 66 centesimi di dollari a 47,70 dollari per il Wti, mentre il Brent cala di 70 centesimi di dollaro a 49,93 dollari al barile. Le quotazioni dell’oro perdono lo 0,41% a 1.260 dollari l’oncia.

Dando uno sguardo ai principali elementi macroeconomici, rileviamo come nel corso del mese di maggio le imprese statunitensi avrebbero generato meno posti di lavoro delle attese degli analisti, ma che il tasso di disoccupazione è sceso sui minimi del maggio 2001. Nel dettaglio, negli USA sono stati creati 138 mila posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano un aumento di 184 mila unità; il tasso di disoccupazione perde lo 0,1%, a 4,3%, contro attese invariate.

Passando all’Europa, il calendario macroeconomico ci propone prezzi alla produzione rimasti stabiliti ad aprile, su base mensile (a marzo erano invece scesi dello 0,3% nell’area euro e dello 0,2% nell’area UE 28). Su base tendenziale, i prezzi alla produzione sono saliti del 4,3% nell’eurozona e del 4,8% nell’Unione Europea allargata.

Appuntamento ora con la prossima settimana, che proporrà diversi spunti di rilievo e, soprattutto, un crescente focus nei confronti delle azioni delle banche centrali di maggiore significatività in ambito globale, BCE e Fed.

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