I mercati finanziari e le Borse delle maggiori economie mondiali sono in pieno fermento. Il 2016, scosso da capovolgimenti politico-economici di proporzioni gigantesche, ha fatto crollare davvero parecchie certezze, con il referendum per la Brexit e le elezioni americane che hanno letteralmente spiazzato analisti e investitori privi adesso di alcuni “ancoraggi” fino a qualche mese fa ritenuti sicuri.
Il primo mese del nuovo anno non ha fatto che agitare ancora di più le acque: la svolta hard-Brexit decisa dal governo inglese, le prime dichiarazioni di Donald Trump appena insediatosi alla Casa Bianca, il Muslim-ban e, non ultimi, i risultati disastrosi del dollaro, che ha vissuto il suo gennaio peggiore da trent’anni a questa parte, hanno reso questo inizio di 2017 davvero infuocato.
In una situazione come questa gli investitori italiani, dubbiosi su una Piazza Affari positiva in queste ultime settimane ma ancora soggetta a movimenti imprevisti, hanno cominciato a spostare la loro attenzione su altri mercati, alla ricerca di maggiore sicurezza; come spigato meglio sul sito https://www.borsamercato.com/ che tratta la questione in modo più approfondito.
Tale “slittamento”, del resto, era già cominciato lo scorso anno. Alcuni giorni fa Assosim, l’associazione di categoria degli intermediari e dei mercati finanziari ha pubblicato il nuovo report sull’attività e sui volumi di negoziazione delle associate per il 2016.
Cifre alla mano, durante l’anno appena trascorso il saldo dei controvalori negoziati sui mercati azionari e obbligazionari italiani è sceso drasticamente, proseguendo la dinamica discendente in atto da inizio anno. Nel dettaglio, le negoziazioni sull’MTA sono scese del 22,50% rispetto al 2015, quelle sul MOT del 22,28% e quelle sull’EuroTLX hanno subito una flessione del -17,80 per cento.
Sorprende in positivo l’andamento delle società del segmento STAR, cresciuto in controtendenza del 4,20%, a fronte di una diminuzione dei volumi del 10,2% per il FTSE Mib e del 7,6% per il FTSE Italia Mib Storico. Secondo le classifiche di Assosim, a occupare le prime tre posizioni per controvalori nel 2016 fra gli intermediari associati figurano Finecobank (19,79%), IWBank (9,84%) e Banca IMI (8,07%).
Ma dove stanno “migrando” tutti questi trader? Secondo Andrea Pennacchia, direttore generale di IWBank Private Investments, gli investitori italiani preferiscono sempre di più i mercati esteri.
Analizzando il comportamento dei clienti sulla nostra piattaforma, ha dichiarato Pennacchia, abbiamo individuato un trend di crescente attenzione verso i mercati internazionali, che nel corso degli ultimi anni si è ulteriormente amplificato.
Il d.g. di IWbank P.I. ha infine concluso sottolineando come l’attenzione degli investitori italiani si sia inoltre concentrata sul mercato dei derivati regolamentati.
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