PMI, il ritardo dei pagamenti è uno spauracchio. 5 buone abitudini per prevenirlo

Lo hanno dimostrato recenti indagini condotte in 29 paesi europei: un terzo delle piccole e medie imprese del Vecchio Continente potrebbe essere costretto ad abbassare le saracinesche, un quarto a tagliare il personale per sopravvivere. Il motivo? Il ritardo dei pagamenti – da parte di clienti e PA – causato dalla crisi e dal malcostume.

ritardo dei pagamenti

La crisi, come detto, ma non solo. In molti casi i ritardi dipendono dalla volontà delle grandi aziende, che intenzionalmente allungano i tempi di pagamento verso le piccole imprese fornitrici per ottimizzare la gestione della propria liquidità, sfruttando il maggiore potere contrattuale. I dati evidenziano che il 42% delle PMI europee, nel 2016, ha ricevuto almeno una richiesta di dilazione delle scadenze, oltre tempistiche ritenute ‘accettabili’.

Per questo il rischio di pagamento ritardato è una variabile importante da gestire. Intraprendere vie legali significa nella maggior parte dei casi minare definitivamente i rapporti con un cliente, che seppur moroso rappresenta sempre una fonte di business, nel presente e nel futuro; inoltre, il recupero del credito comporta un immane spreco di tempo e denaro, specialmente per le imprese non strutturate per gestire con risorse interne un procedimento legale – che in alcuni casi può rivelarsi anche lungo e sofferto.

Operare con oculatezza e saper riconoscere per tempo alcune avvisaglie di sofferenza da parte del cliente è senz’altro prezioso per anticipare (e scongiurare) il rischio di credito, tutelando il proprio business nel medio e lungo periodo.

Ecco alcuni aspetti da tenere in considerazione per prevenire il ritardo dei pagamenti:

  1. quando si acquisisce cliente, meglio cercare informazioni sulla sua solvibilità e monitorare questi dati a scadenze regolari
  2. avere una politica interna di credito strutturata; il consiglio è quello di dare al cliente condizioni e termini di credito chiari, per evitare equivoci e fraintendimenti
  3. impostare un un modus operandi ‘severo’ nei confronti dei debitori (ad esempio facendo leva sui servizi di una società di recupero credito seria e affidabile quando non è possibile destinare risorse interne a questa attività)
  4. ricercare e mantenere nel tempo una buona comunicazione con il cliente: questo permette di conoscerlo meglio e ‘percepire’ la sua situazione economica
  5. fare attenzione ad alcuni particolari che potrebbero rivelarsi indicativi di ‘malessere’, come aumento o diminuzione improvvisa degli ordini e delle prestazioni richieste, pagamenti che diventano più lenti e apparente irreperibilità del cliente.

Il ritardo è fonte di instabilità, insicurezza e riduzione dei posti di lavori. Prevenirlo significa tutelare l’equilibrio economico e finanziario dell’impresa, altrimenti costretta a rinunciare a un capitale per un periodo di tempo spesso imprecisato. Senza considerare, poi, la possibilità del mancato incasso di una parte o di tutto il credito.

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